Ricapitolando. Nell’Ottocento, dall’unione di spiritual (religiosi), work song (profane) ritmiche e soluzioni musicali africane nasce il blues; poi alla fine del secolo, con l’abolizione della schiavitù, il blues esce dalle piantagioni e unendosi anche a musiche importate dagli europei dà origine al jazz.
Negli anni ’40 del Novecento, il blues si urbanizza e si elettrifica dando origine al Rhythm’n’Blues e negli anni ’50, dal matrimonio tra Rhythm’n’Blues (profano) e gospel (religioso) nasce il soul.
Nello stesso tempo, dal matrimonio tra Rhythm’n’Blues e country nascerà il rock’n’roll.
Negli anni ’70, poi dal soul si distaccherà un’ala più dura: il funk e, alla fine del decennio, dal funk e dal soul prenderà origine la disco music, nelle sue varie sfumature stilistiche.
Negli anni ’80, sempre dal funk deriverà la scena hip hop e rap, successivamente assisteremo a una sorta di revival del soul e del Rhythm’n’Blues sotto la sigla R’n’B.
Rhythm’n’Blues e Soul
L’elettrificazione del blues ha portato, negli anni ’40, alla nascita del Rhythm’n’Blues, termine coniato nel 1947 dal produttore della casa discografica Atlantic Jerry Wexler.
Musica molto più ritmica e aggressiva del blues e che del blues stava gradatamente anche abbandonando la tipica struttura musicale in 12 battute. Veniva eseguita da gruppi musicali anche assai nutriti che facevano pure largo uso di fiati. Insomma: qualcosa di molto distante dalla musica del vecchio blues singer che accompagnava il proprio dolente canto con la sola chitarra e con l’armonica.
La storia del Rhythm’n’Blues sarebbe sfociata molto presto in quella della soul music, letteralmente «musica dell’anima» (un bel salto dalla… «musica del diavolo»!), quando alcuni musicisti, come ad esempio il grande Ray Charles (1930 – 2004), ebbero l’intuizione di fondere l’intensità emotiva e la drammaticità dei canti religiosi (in articolare il gospel) con il trascinante impeto del Rhythm’n’Blues.
Ipse Dixit: «Per la prima volta non si sapeva con certezza su che sponda ci si trovava. Queste erano canzoni d’amore o religiose? La seconda persona singolare era tu o Tu? Era un’ambivalenza voluta che sarebbe continuata. ‘Si trattò semplicemente di un’evoluzione – afferma Zenas Sears, il più importante dj Rhythm’n’Blues di Atlanta, bianco – ero presente quando Ray Charles registrò il suo primo grande successo ‘misto’, ma non mi pare che questo fu mai considerato una svolta’. Ok, Jerry Wexler lo considerò una svolta, ma tutti gli altri no.» (Peter Guranlick, «Soul music»)
Protagonista di questo periodo fu Ray Charles. Cieco dall’età di sette anni a causa di un glaucoma, Ray Charles seppe coniugare in maniera unica e originalissima sonorità diverse: dal Rhythm’n’Blues al country, dal soul al jazz e al pop.
Aveva 21 anni quando entrò in classifica per la prima volta con Baby, let me hold your hand e quello fu il primo di un’infinita serie di hit come Georgia on my mind, I can’t stop living you, Unchain my heart, Hit the road Jack…
Charles, detto «The Genius», stabilì le regole e i punti di riferimento del soul: libertà interpretativa, improvvisazione e, soprattutto, immenso rispetto per la musica dei padri: il blues e il gospel.
Disco: Ray Charles – Ray O.S. (2004)
La colonna sonora del film dedicato al grande The Genius è, di fatto, una raccolta certo non esaustiva (quale ‘best’ di una ventina di brani potrebbe mai esserlo?), ma in grado di dare del musicista un’immagine abbastanza vicina alla realtà. Compilata dal regista del film Taylor Hackford, comprende 17 brani soprattutto degli anni ’50 e ’60, alcuni celeberrimi, altri pur interessanti ma meno noti e alcune eccellenti versioni live. Un buon approccio, per quanto limitato, all0univarsi sonoro di questo immenso musicista.
Mi piace molto il Blues e anche il Soul, in tutte le loro forme! Buon inizio settimana!
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