Tim Berners-Lee e il web (#2/2)

Ma il web è buono o cattivo?

C’è chi dice che può essere usato per gli scopi più malvagi.
Per scaricare immagini orribili e oscene o istruzioni per fabbricare bombe.
Altri però raccontano come si sono salvati, trovando nel web informazioni sulla malattia rara di cui soffrivano.
Dobbiamo sempre ricordare che ogni cosa importante e potente può essere usata per il bene o per il male.
La dinamite può aprire tunnel nelle montagne o trasformarsi in un missile terribile.
I motori possono far andare un’ambulanza ma anche un carro armato.
L’energia atomica può essere impiegata per le bombe o per trarne energia elettrica.
Quindi ciò che sarà di internet dipende soltanto da noi.
Il web è uno strumento per comunicare.
Grazie alla rete possiamo conoscere gli altri, capire davvero che cosa dicono e da dove vengono.
Internet può aiutare le gente a comprendersi.
Pensate alle cose brutte che sono successe tra le persone che conoscete.
Quasi tutte sono accadute per scarsa comprensione degli altri.
Anche le guerre scoppiano così.
Usiamo la rete per creare cose nuove ed entusiasmanti.
Usiamo il web per far conoscere le persone tra di loro.

(Tim Berners-Lee)

La nascita del web non è avvenuta in un lampo ma piuttosto in un percorso abbastanza lungo. Tim Berners-Lee fa risalire la data fin dal 1980, quando lavorava al Cern di Ginevra, quando stava costruendo un programma che serviva a tenere traccia del complesso di relazioni fra persone, idee, progetti e computer di quella straordinaria comunità di scienziati. Era solo ad uso personale. Poi nel 1989 scrisse un memo ai suoi capi, un memo storico anche se allora non poteva saperlo. Proponeva di creare uno spazio comune dove mettere le informazioni a disposizione di tutti: lo chiamò il Web. L’idea era avere una rete dove chiunque potesse facilmente avere accesso a qualunque informazione, e dove aggiungere informazioni fosse altrettanto facile. Nel 1991 già funzionava fra gli scienziati e iniziò a diffonderlo nel resto del mondo. Sono passati trent’anni e si può dire che ha avuto un certo successo…

Per difendere l’apertura del Web, spesso si dice: è una piattaforma per l’innovazione. Difficile dirlo a chi pensa che Internet serva solo a mandare mail o aggiornare lo status su Facebook.
A tal proposito va detto che quando la gente manda una mail o sta in un social network, spesso ha uno scopo creativo. L’idea del Web, quello che sta dietro tutto, è che se una persona ha una mezza buona idea e l’altra metà sta nella testa di un altro, il Web è il connettore che permette alle due metà del cerchio di unirsi. L’idea è una rete da tessere.

“È un’arma di costruzione di massa.”
Bella definizione. Questa è l’innovazione del Web. Non tutte le tecnologie portano innovazione. Una tecnologia può essere di ‘fondamenta’ o di ‘soffitto’. La prima è la base che supporterà sviluppi sempre più importanti. L’altra no: è progettata per creare un valore immediato e quindi denaro al suo fornitore. Il Web è una tecnologia ‘fondamentale’.

A che punto è arrivata la campagna per liberare i dati pubblici?
I dati che il governo ha nei suoi archivi sono una risorsa preziosa per migliorarci la vita. Sapere, ad esempio, se un certo treno è in funzione e sta viaggiando, quali strade hanno delle buche, dove si trova la posta più vicina, il numero di crimini commessi in una determinata area del Paese, dove sono custoditi i piani di emergenza anti-alluvione… Essere in possesso di questo tipo di informazioni può far prendere decisioni migliori. E poi, c’è la trasparenza, che alcuni mettono al primo posto. In Gran Bretagna sta diventando normale che i dati relativi alla spesa pubblica siano “aperti”. Il Web è il luogo dove tutti possono verificare come vengono spesi i soldi dei cittadini.

Nel novembre del 2011, Riccardo Luna intervistò Tim Berners-Lee, fra le varie domande ne ho estrapolate due:

Dopo 20 anni, il Web è diventato quello che aveva immaginato?

“Sono molto contento della quantità incredibile di cose successe, ma purtroppo non vedo tanta gente che usa il Web in modo efficace per realizzare nuove idee. Internet è nato come piattaforma per lavorare insieme, e invece quasi tutti si limitano a usarlo per leggere e basta. Evidentemente gli strumenti di collaborazione che abbiamo non sono ancora adeguati”.

Dice “ancora” perché sta lavorando a un progetto di questo tipo?

“Sì, sono entusiasta di progettare, tra le altre cose, strumenti per il Web semantico che si basano sul concetto di dati collegati fra loro. Il Web semantico riguarda i dati, mentre i motori di ricerca lavorano con documenti ipertestuali. La sfida dei motori di ricerca è stata di cercare di creare una struttura dove non c’era alcuna struttura, tentando di infondere ordine e significato laddove non vi erano né ordine né significato; mentre con i dati l’ordine e il significato ci sono già. Quando si dispone di dati in un archivio, essi sono già ben ordinati e ben strutturati e hanno un significato molto più definito di gran parte dei contenuti presenti sul Web. Adesso finalmente sempre più persone stanno capendo il valore dei “linked open data”. Sarà così il nuovo Web e sarà più intelligente”.


Una risposta a "Tim Berners-Lee e il web (#2/2)"

  1. Il web, come tante altre scoperte, è davvero una cosa eccezionale, siamo noi che ne facciamo un cattivo uso. Come sempre si cerca di scaricare la colpa sul progresso e sulle cose invece di meditare e capire che per tutto, dipende sempre da noi, dall’uso che ne facciamo e dallo scopo che abbiamo.

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