Pixies — Doolittle (1989)

Era la fine degli anni Ottanta e non si pensi, musicalmente parlando, che le cose andassero male, tutt’altro. “Come on Pilgrim”, il mini album d’esordio del 1987, aveva fatto scalpore e più impressione ancora aveva suscitato il seguito, “Surfer Rosa” (1988) votato miglior disco dell’anno dai critici del settimanale Melody Maker. Ma, i Pixies scrissero il loro capolavoro con “Doolittle”, salutato dai fans e dai critici come un sublime artefatto di post punk. L’album è il risultato di varie influenze, un misto di note sonore inizialmente riprese da gruppi come gli Husker Du, Violent Femmes, Jesus and Mary Chain, e i Pere Ubu. Questo disco dalla musica incontenibile possiede, infatti, una freschezza ed una vitalità praticamente inesauribili. I Pixies con “Doolittle” hanno creato un disco meno devastante dei precedenti, più estroso, sottile.

Doolittle è una sorta di enciclopedia del rock americano in versione, naturalmente, molto riveduta e poco “corretta”. Ogni brano apre e chiude una porta. Un arcobaleno sonoro, un variopinto “mondo rock” dove si spazia tra varie epoche e stili. Dalla ballata nevrotica alla canzoncina, dalla canzone psicotica al brano “garage”. La gamma di umori musicali che attraversa il lavoro è, infatti, praticamente infinita: punk, hard, rock, country, avanguardia, vengono triturati e compattati per dar vita ad una miscela realmente esplosiva, caustica e deviante, ma con tutte le carte in regola per piacere proprio a tutti, anche ai più tradizionalisti. I Pixies hanno idee a bizzeffe, ascoltare per credere.


2 risposte a "Pixies — Doolittle (1989)"

  1. Ciao Silvano.
    La bellezza di questi tuoi post si può coniugare nella ricerca e nell’ascolto di qualcosa di sconosciuto. Nascosto a me. Non mi sento mai in difficoltà a dire “mai sentito” “non conosco”. La bellezza della vita.
    Con queste descrizioni inviti alla ricerca e all’ascolto.
    Una cosa è dire “ricordo questo. Bello”, un’altra faccenda e scrivere una presentazione di questo tipo.
    A me – non solo a me? – mi induce a:
    a) cerco l’album
    b) prima di far emergere le note rileggo lo stampato di questo tuo articolo

    Perché cos’è se non una guida all’ascolto.

    Non ha nessuna importanza se sarà o no sulle mie corde, che sono sempre e da sempre figlie di momenti, sarà comunque una bellezza.
    La bellezza di una interazione fra persone.
    Chiedo scusa al mondo, se è poco.
    Quindi, grazie.
    Buone giornate.
    Andrea

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