Woody Guthrie

Alessandro Portelli definisce “il più grande poeta rivoluzionario americano”, Woody Guthrie, figura fondamentale della cultura popolare americana degli anni Trenta. Le sue canzoni raccontano da vicino la realtà operaia e contadina, le storie e i sentimenti collettivi che si collocano naturalmente all’interno di quella che fu la grande stagione delle lotte sociali negli Usa, segnata da scioperi generali, occupazioni di fabbriche, proteste contadine, parallelamente al diffondersi, dopo il 1929, di un proletariato bianco che viveva nelle stesse condizioni di miseria del proletariato nero.

Negli anni Quaranta Guthrie si trasferì a New York, al Greenwich Village, dove con Pete Seeger, Lee Hays e Millard Lampell formò gli Almanac Singers, e quindi con Leadbelly, Sonny Terry e Brownie McGhee ebbe la breve esperienza degli Headline Singers. Era una prima forma di canzone apertamente riferita al sociale, dichiaratamente politica, spesso schierata a sinistra, fortemente legata ai movimenti culturali che si stavano sviluppando negli Stati Uniti.

Guthrie ha scritto decine e decine di canzoni di limpida ed epica bellezza (basta citare quella sorta di inno non ufficiale degli Stati Uniti che è This Land Is Your Land, o la canzone che ha dato anche il titolo alla sua biografia, Bound for Glory), lasciando dietro di sé una scia profonda che ha illuminato il lavoro e l’arte di molti cantautori, primo fra tutti Bob Dylan e, non ultimo, Bruce Springsteen.

Proprio in questa continuità, che è alla base della rivoluzione della moderna musica popolare operata soprattutto da Dylan, si può riconoscere la straordinaria importanza di Woody Guthrie, la basilare e fertile influenza da lui esercitata sulla definizione stessa di folksong, e per successivi passaggi sui versi del rock, che spesso usa riferirsi a Guthrie come a una leggenda di purezza a sfondo mitico, un esempio di incontaminata onestà intellettuale, di devozione totale alla funzione della musica come prodotto di militanza, non solo politica (sulla chitarra Guthrie aveva scritto che era un’arma per uccidere i fascisti) e più in generale di partecipazione alle vicende della vita, ma con accento tutt’altro che personale e individualistico. Nelle canzoni di Guthrie la persona di riferimento è sempre il «noi», l’autore non parla mai di sé, e quando lo fa è in chiave di appartenenza a una comunità, più o meno riconoscibile.


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